Qualche aggiornamento…
Ciao a tutti. Una delle regole di base per avere un certo tipo di presenza online, oltre a quella di creare dei contenuti originali ed interessanti è quella di prevedere una certa regolarità negli aggiornamenti. Questa è una regola che decisamente ho infranto lasciando passare molti mesi tra un articolo e l’altro. Il problema con la creazione di contenuti è che è necessario, almeno per lo standard qualitativo che mi sono imposta, un grosso grosso quantitativo di risorse mentali che spesso non ho. Questo perché (e ora vi racconto la mia giornata tipo per farvi comprendere) lavoro in un ufficio la mattina, ed appena ho finito corro a diversi chilometri di distanza (nel traffico di Roma) nel mio laboratorio. Purtroppo non sempre è possibile andarci perché comunque ho una casa e tre gatti a cui badare, e avendo visto cosa succede se non sono presente il giusto, è di fondamentale importanza che sia lì ogni tanto. Detto questo, quando torno la sera, magari intorno alle 9, l’unica cosa che vorrei fare è diventare un tutt’uno con il materasso fino al giorno successivo.
In questi mesi sono stata inoltre immersa in un progetto a dir poco impegnativo che, a causa della mia scarsa esperienza nella realizzazione, ho preso un po’ alla leggera calcolando malissimo i tempi di realizzazione. Si trattava di 200 pezzi tutti uguali più sei pezzi che richiamavano i 200 ma con qualcosa in più. Sto parlando della realizzazione di bomboniere per il matrimonio di due amici di vecchissima data. Il concept era incentrato sul mare, ed abbiamo stabilito che le protagoniste della serie sarebbero state delle stelle marine da utilizzare come calamite. Come procedere nel caso di 200 pezzi da realizzare in tempi brevi(nella mia testa!) e senza grosse differenze tra l’uno e l’altro? Ho deciso di procedere concependo un prototipo dal quale ho ricavato uno stampo in gesso.
Non avendo mai creato da sola uno stampo di successo, una grossa parte del tempo è trascorsa preoccupandomi di tutto quello che poteva andare storto: gesso troppo morbido e friabile, gesso troppo duro e poco assorbente, gesso che non si sarebbe staccato dal piano in formica… insomma, tutti pensieri che hanno boicottato la mia capacità di agire, finché non ho realizzato che il malessere che provavo nel realizzare il primo passo era dovuto proprio ai dubbi. Dubbi che sono stati risolti chiedendo al mio fornitore il codice del gesso che avevo acquistato, apprendendo con sollievo che si trattava di una marca molto diffusa per il quale era presente documentazione con le specifiche sulle parti di gesso vs parti di acqua in un comodo pdf, trovato facendo una ricerca con Google. A quel punto potevo iniziare. Ho creato prima uno stampo singolo del prototipo, da quello stampo ho creato 9 altri prototipi tutti uguali da cui ho ricavato un ulteriore stampo multiplo che avrebbe reso più veloce (almeno così pensavo) la realizzazione dei famosi 200 pezzi.
Ovviamente così non è stato. La ragione risiede nel fatto che lo stampo è stato creato i primi di gennaio, è stato ad asciugare in un luogo abbastanza umido e freddo che ha posticipato anche il momento di inizio dei lavori. Oltre a questo la forma del pezzo era tale che non risultava facilissimo estrarre la forma senza romperla o deformarla, tenendo presente che sul lato inferiore avevo previsto un piccolo incavo circolare che doveva contenere calamita e collante.
La stella marina comunque aveva una profondità ridotta e l’incavo doveva essere abbastanza grande e profondo da alloggiare una calamita senza creare troppo spazio tra il piano dove sarebbe stata attaccata e il pezzo stesso. Questo ha causato il ‘lancio della stella’ nel secchio dell’argilla da riuso più di una volta con conseguente diminuzione dei pezzi pronti per ogni giorno di lavoro. Nella mia testa ero convinta di viaggiare sulle 40 stelle al giorno, quando se tutto andava bene, ma davvero davvero bene, di pezzi pronti ne potevo avere 27 a fronte di 3/4 ore di lavoro -tedioso- a premere gres nei bracci delle stelle, rimuovere l’eccesso, praticare l’incavo, rimuovere l’ulteriore eccesso di argilla, imprimere il marchio con le iniziali VMC, aspettare che asciugasse il pezzo per estrarlo con cura e adagiarlo su un piano in compensato, dove poi avrei rimosso le crepe superficiali con una spugna, e finalmente procedere a dare la texture superficiale con un piccolo attrezzo da cake design.
Al di là dei tempi per la formatura in sé stessa, al contrario di quella che pensavo potesse essere una mia buona capacità di creare pezzi facendo sempre le stesse azioni, muoversi quasi meccanicamente facendo la stessa cosa dalle nove alle ventisette volte in poche ore mi ha decisamente logorato. Però alla fine i biscotti sono stati tirati fuori dal forno, ingobbiati e poi smaltati, con un risultato piuttosto soddisfacente, sia guardando il pezzo singolo, sia per quanto riguarda la visione d’insieme che, devo ammettere, è stata piuttosto bella.
I sei pezzi extra erano delle mattonelle di circa 10×10 con la cara vecchia stella marina incollata sulla superficie, ingobbiata in bianco molto leggero e smaltata sempre con una base trasparente. Il resto della superficie era con sovrapposizioni di uno smalto matte al rame e titanio altamente cristallizzante sopra la base trasparente lucida, creando effetti e colori diversi rispetto agli originali.
Qualche difficoltà anche là, dovuta alla riuscita dell’asciugatura non potendo poggiare sulle mattonelle uno strato duro che le tenesse piatte mentre asciugavano, e qualche timore relativo alla deformazione in cottura ad alta temperatura per via della trazione esercitata da uno strato multiplo di smalto solamente su un lato. Alla fine l’asciugatura è stata portata a termine usando della gommapiuma da imballaggio sopra le mattonelle, sopra la gommapiuma una tavola di compensato e sopra i due materiali il calco in gesso per mantenerci del peso costante.
Alla cottura di prova le mattonelle smaltate si sono deformate, ma per fortuna la deformazione era dovuta ai piedini che avevo messo sotto la lastra in caso lo smalto molto spesso fosse colato giù ed evitare che diventasse un pezzo unico con la tavella del forno. Alla fine i pezzi sono usciti dritti, ben smaltati e con degli effetti davvero molto belli, nonostante in quest’ultima cottura il forno abbia impiegato più di sei ore rispetto a quanto previsto, non raggiungendo per 9 gradi centigradi la temperatura massima impostata, spegnendosi poi con un errore.
Finalmente il lavoro è stato consegnato, i committenti sono rimasti contenti e finalmente è possibile continuare con i nuovi progetti, del resto Natale 2019 è alle porte!
A presto!
VeronicaM
2 Comments
Gaetano De Meo
Hai scritto nel tuo articolo: “Però alla fine i biscotti sono stati tirati fuori dal forno, ingobbiati e poi smaltati,”
Ciao, volevo capire se, quando hai fatto le stelle, l’engobbio e lo smalto, li hai dati dopo la prima cottura ( sul biscotto? )
Non ho ancora provato a mettere l’engobbio sul biscotto, voglio provare…
Ciao e complimenti per il tuo modo di scrivere, bello da leggere.
VeronicaMCeramics
Ciao Gaetano, sì, l’ingobbio l’ho passato sul biscotto, non è un ingobbio tradizionale fatto con argilla e ossidi, bensì un ingobbio commerciale della Colorobbia che può essere usato sia sul crudo che sul cotto. Grazie per i complimenti, a presto!