Come si fanno gli smalti? Parte I

Questa è stata la prima domanda che mi è venuta in mente la prima vota che ho visto una foto meravigliosa su Pinterest, una ciotola con piatto con il bordo nero che virava al verde smeraldo e tanto, tantissimo craquelé. Detto che non so ancora come l’autore l’abbia fatto, è cominciato tutto da qua. La domanda non ha ricevuto una risposta, di conseguenza ho iniziato a cercare informazioni in tutte le direzioni, ma tutto ha portato sempre e solo da una parte: i fondamentali. Quello che ho capito è stato che uno smalto è un rivestimento vetroso composto da silice -SiO­2- e altri ossidi che vanno a conferire a questo vetro delle qualità e caratteristiche differenti a seconda delle quantità e delle proporzioni dei vari componenti. E fin qui… Poi la questione diventa un pochino più complessa, perché proprio a seconda delle proporzioni è possibile cuocere ad una determinata temperatura, atmosfera, ottenere uno smalto brillante, lucido, satinato, opaco, adatto all’uso alimentare, esclusivamente ornamentale… tutto dipende da quello che c’è nel mix di materie prime e da quanto ce n’è.

Come inizio direi che è necessario specificare una cosa che nella ricerca di informazioni è saltato fuori quasi tutte le volte, ovvero che lo smalto è composto da tre tipologie di ossidi: quelli che aiutano a fondere il vetro, quelli che aiutano a tenere fermo il vetro sulla superficie (vaso, tazza, piatto, scultura, qualsiasi cosa) e quelli che formano il vetro. Oltre a queste tre categorie fondamentali ci sono anche gli ossidi opacizzanti e gli ossidi coloranti, questi ultimi vengono aggiunti alla fine nelle ricette e non concorrono a formare il totale (100).

Spesso queste tre tipologie di ossidi vengono indicati come RO/R2O (fondenti),  R2O3 (stabilizzanti) e RO2 (vetrificanti). Sì, è un casino ricordarseli tutti ma alla fine vale la pena fare lo sforzo perché serviranno per capire tante altre cose.

La famigerata tavola periodica contiene una marea di elementi chimici, ma per i ceramisti solo alcuni dei simboli presenti sono necessari allo scopo e quindi yay! una cosa semplice!

Veniamo al dunque.

  • Per la categoria RO/R2O (fondenti) abbiamo: Magnesio, Calcio, Bario, Stronzio, Zinco (RO), Litio, Sodio, Potassio (R2O), ed il Boro*.
  • Come R2O3 (stabilizzanti) l’allumina.
  • I RO2 (vetrificanti) sono il Silicio, il Boro*, il Fosforo**.

Da notare che raramente questi ossidi vengono introdotti in maniera pura, ma sempre sotto forma di composti, ma ci arriveremo.

Di seguito una tabella che aiuta a visualizzare quanto sopra:

ossidi

* e **: Il boro e il fosforo da soli non sviluppano vetro, deve sempre esserci del silicio. Il boro presenta delle proprietà simili a quelle dei fondenti, e la formula molecolare somiglia a quella dell’allumina, in pratica è un po’ il jolly di uno smalto.

Alla prossima!

Articolo creato 13

3 commenti su “Come si fanno gli smalti? Parte I

  1. Ciao! Grazie per la condivisione di queste informazioni. È davvero utile! Mi sto affacciando al mondo degli smalti ma sono molto in difficoltà perché la maggior parte delle fonti reperibili sono in lingua inglese e non è sempre scontato riuscire a venirne a capo!

    Volevo chiederti, quando scrivi che gli ossidi fondamentali raramente vengono introdotti in maniera pura, ma sotto forma di composti, cosa significa?

    Grazie ancora 😊

    Rachele

    1. Ciao Rachele, parlo degli ossidi alcalini quali sodio e potassio in forma R2O (Na2O, K2O, Li2O) non sono mai presenti negli smalti, così come l’utilizzo in forma carbonata (Na2CO3, K2CO3, Li2CO3) è sconsigliato in quanto solubile e potenzialmente dannosa per il ceramista che non usa protezioni adeguate. Il litio carbonato si trova abbastanza comunemente, il carbonato di sodio viene utilizzato in smalti particolari quali shino, mentre non ho ancora incontrato ricette con carbonato di potassio, se non teniamo in considerazione gli smalti alla cenere non lavata, che contiene diversi composti tra cui questi ultimi (che vengono usati anche per fare il sapone, oltretutto). Di solito gli ossidi di sodio, potassio e litio vengono introdotti in forma più stabile, quella presente nei feldspati o feldspatoidi, con il feldspato potassico, sodico, sienite nefelina, pietra di cornovaglia, spodumene e petalite per il litio, fra quelli più conosciuti. Spero di essere stata esaustiva.

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